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Produzione: 2006

Regia e coreografia: Flavia Bucciero

Musica: B. Bartòk, L. Janacek, M. Ravel, S. Prokof’ev, I Stravinskij

Con: Flavia Bucciero (narratrice, l’Eletta) Franco Corsi (Nijinsky giovane) Ignazio Nurra (Nijinsky anziano)

Immagini: Massimiliano Turini

Foto: Aldo Filippi, Debora Ramacciotti

Disegni: Valentine Gross-Hugo, Millicent Hodson

Costumi: Lucia Castellana, Beatrice Meoni

Disegno luci: Riccardo Tonelli

Il crimine contro la grazia di Vaslav Nijinskj

La compagnia Movimentoinactor Teatrodanza propone con “Il crimine contro la grazia di Vaslav Nijinsky”, una particolarissima revisione de “La Sagra della Primavera” del grande coreografo russo, mescolando insieme linguaggi artistici differenti (danza, videoarte, prosa), ed articolando il discorso su tre livelli che continuamente si intrecciano. Attraverso la visione di immagini, coreografie, brani tratti dal diario di Nijinsky la regista e coreografa Flavia Bucciero ci fa rivivere quello speciale modo di sentire, creare, pensare del coreografo. Più fili dunque che si intersecano in un’unica storia

Da un lato le ricerche, le testimonianze raccolte, gli schizzi grafici della ricercatrice americana Millicent Hodson, che ha ricostruito momento per momento la nascita e la coreografia originale de “La Sagra della Primavera”, ed il fiasco che è risultato essere la prima di Parigi del 1913. Le ragioni, dunque, dell’incomprensione di un’opera così geniale, creata sulle note di Stravinskij, ricca di poesia, inventiva, pluralità di movimento, definita dalla stampa dell’epoca un “ crimine contro la grazia”. In realtà la Sagra della Primavera segna una data fondamentale per la nascita dello spettacolo, concepito in forma moderna quale sintesi di arte, musica, teatro, danza. La versione della Sagra così come fu proposta da Nijinsky fu unica grazie al suo vocabolario stilizzato, la sua inventiva, la sua pluralità di movimento che si estendeva dal singolo all’intero corpo di ballo, una struttura ritmica che si distinse da tutte le altre.

Su un altro piano la prosa, con un Nijinsky non più giovane (Ignazio Nurra) intento a scrivere stralci del suo diario, terminato intorno al 1919, quando si ritirò definitamene dalla danza, periodo di frequenti entrate ed uscite dal manicomio, e pubblicato nel 1939. La lettura del diario e, al tempo stesso, la ricostruzione fatta dalla Hodson, ci consentono di accedere al suo peculiare modo di percepire la vita, il suo ambiente, la sua missione di artista. Ci restituiscono, in parte, il rapporto ambivalente avuto con Diaghilev e con lo stesso Stravinskij; quello con la moglie, la danzatrice ungherese Romula de Pulzsky. Soprattutto in virtù del fatto che dopo il 1919 Nijinsky fu quasi completamente dimenticato, e su di lui cadde un profondo oblio. In corrispondenza di alcuni momenti chiave, appare, come in brevi flashback, Nijinsky nel pieno della sua vitalità (Franco Corsi), che danzando esprime le sue infinite contraddizioni ed i sentimenti estremi, quali il desiderio di protezione, la paura, la gioia di vivere, l’identificazione nella tradizione accademica del balletto e la ribellione alle sue regole, Altro livello dunque che si fonde nella costruzione video realizzata da Massimiliano Turini, è costituito da immagini tratte dallo spettacolo “Rito di Primavera” presentato in prima da Movimentoinactor nel 2006 su musiche dal vivo del pianista argentino Daniel Rivera, su cui è stato realizzato uno special dall’emittente Sky Classica TV, andato in onda nel marzo 2007. Tale percorso visivo diviene uno degli elementi fondamentali per comprendere i diversi strati, attraverso cui la rappresentazione si sviluppa.

Il percorso di spettacolo mette in luce, nel suo complesso, la funzione di stimolo alla creazione contemporanea che può derivare, tuttora, dalla conoscenza del processo di costruzione artistica e dalle vicende esistenziali del coreografo.

Infine, conclude il primo tempo, l’assolo dell’Eletta, interpretato da Flavia Bucciero.